“Sono cremonesi i cappelli degli eroi del Ciclismo”, così titola l’articolo pubblicato sul quotidiano “Libero” del giorno 18 maggio e noi di Apis Italia siamo orgogliosi di questo grande risultato.
Comparire sulla stampa nazionale con una sezione dedicata ai “Geni Lombardi” è un onore che desideriamo condividere.
Il successo di oggi lo abbiamo conquistato con grande impegno, passione e un poco di ingegno. Da tre generazioni la famiglia Bregalanti produce i cappellini per i campioni del ciclismo mondiale.
La nostra è una storia di passione e di tanto impegno.
Nel dopo guerra a chi acquistava un torrone durante il Giro d’Italia veniva regalato, come gadget, un cappellino. Il padre di Luciano Bregalanti e nonno di Gemma (della terza generazione dei Bregalanti) faceva l’ambulante e da persona molto intraprendente quale era, decise di partire con una macchina carica di torrone al seguito del Giro d’Italia, con l’idea di venderlo al pubblico che aspettava per ore il passaggio dei ciclisti lungo le strade del Pese.
Il sole batteva a picco sulle strade del Giro d’Italia, e, per dare sollievo agli spettatori, vista la grande calura, il nonno pensò bene di chiedere alla nonna sarta di confezionare un cappellino da regalare a chiunque avesse acquistato un torrone. Quello fu un vero lampo di genio! L’idea funzionò, e funzionò tanto bene che l’azienda produttrice del famoso “Cynar” decise di commissionale al nonno di Gemma 100 mila cappellini.
Questa fu la partenza di Apis Italia.
Non fu facile ma i nonni certo non si arresero. Organizzare dal nulla una tale produzione fu una vera impresa. Tuttavia fu un successo anche grazie al fatto che il nonno era molto amico di Gino Bartali che frequentava spesso casa sua con Fausto Coppi.
Il cappellino da ciclista con visiera ebbe fin da subito un grandissimo successo non solo per il fatto che riparava dal sole ma per il fatto che tante ditte capirono subito la potenzialità del prodotto ai fini pubblicitari.
Ancora oggi Apis Italia è espressione del miglior Made in Italy nel mondo. Nonostante la produzione ad oggi raggiunga volumi consistenti, parte di questa è ancora fatta a mano.
La concorrenza è alta ma noi ancora oggi abbiamo un punto fermo: la massima qualità del prodotto per tutti i clienti.
Per Apis Italia, che il cliente sia la grande squadra di campioni, una squadra di amatori, un marchio famoso, un designer dell’alta moda, ciò che conta è produrre con una grande attenzione alla qualità, delle materie prime scelte, delle procedure di produzione e delle finiture.
E’ questo il fattore negli anni ha accompagnato la nostra crescita, è questo che che ci conferma ancora oggi Leader mondiali nella produzione di cappellini per il ciclismo, come raccontano i copricapo indossati dai campioni che da poco hanno terminato il Giro d’Italia.
I nostri clienti sono in ogni angolo del pianeta
Infatti il 60% della nostra produzione é diretta verso l’estero. Il successo non è arrivato per caso. Da sempre Apis Italia investe su ricerca e innovazione con un occhio di riguardo all’automazione necessaria per supportare grandi commesse.
Anche quest’anno abbiamo creato un tessuto innovativo, mix di cotone con una aggiunta di poliestere. Il cotone è sulla pelle e il sottilissimo film di poliestere è a contatto con l’esterno per mantenere i colori inalterati nel tempo.
E’ così che manteniamo la nostra posizione di Leader nella produzione mondiale di cappellini per il ciclismo, con la qualità della produzione, con la ricerca e l’innovazione.
Negli ultimi decenni i capellini di Apis sono stati indossati dai più grandi ciclisti internazionali.
Pensiamo a Fausto Coppi, Gino Bartali, Francesco Moser, Macro Pantani, Eddy Merckx, Miguale Indurian. Per non contare un milione di ciclisti amatoriali, sportivi che ogni anno acquistano uno dei berretti dei loro eroi, ormai diventati oggetto di culto.
Tutti noi sappiamo il perché.